Quale trapano miscelatore scegliere?
Il momento della scelta del miscelatore da utilizzare per un nuovo lavoro è un momento molto importante, ecco alcuni consigli per affrontarlo al meglio.
I diversi utilizzi del miscelatore
Inizialmente questi strumenti erano caratterizzati da un’unica velocità ed una piccola frusta, oggi invece i trapani miscelatori sono provvisti di numerose funzionalità e possiedono diverse velocità regolabili in base alle esigenze dei clienti. Si è detto che esistono diversi tipi di miscelatori, ciascuno di essi differisce in base a forma e funzione.
Uno degli aspetti da tenere in maggior considerazione nella fase di decisione di quale trapano miscelatore scegliere per un cantiere è sicuramente quella della valutazione del materiale che verrà miscelato.
Una delle differenze principali che contraddistingue le varie tipologie di questi strumenti è infatti la parte finale che svolge la funzione di miscelare e che quindi determina il tipo di rotazione.
Mentre alcuni modelli sono caratterizzati da una spinta del materiale dal basso verso l’alto, altri lavorano esattamente in modo opposto procedendo dall’alto verso il basso.
I trapani miscelatori di categoria professionale si contraddistinguono per la presenza di un “attacco filettato” mentre quelli di media qualità sono caratterizzati dalla presenza di un “attacco esagonale” da utilizzare in combinazione con un mandrino.
Caratteristiche e tipologie
Quando parliamo di trapano miscelatore intendiamo uno strumento elettrico che viene adoperato durante la preparazione di vernici, colle, intonaci di varia tipologia, colori, resina, malta e stucchi.
È comparso intorno al 1950 in Italia ed è stato accolto con entusiasmo nel mercato che si è allargato offrendo col tempo soluzioni sempre più performanti.
Inizialmente questi strumenti erano caratterizzati dalla presenza di un’unica velocità mentre oggi se ne trovano di diversi provvisti di un elevato numero di potenzialità e soprattutto sono dotati di diverse velocità regolabili in base alle varie esigenze.
Esistono ormai diversi modelli che variano per forma e dimensione comunque inseribile all’interno di 3 gruppi così distinguibili:
La prima famiglia è quella dei modelli cosiddetti a “T” in cui si inseriscono quegli strumenti a bassa o assente presenza di funzioni. Oggi questa tipologia risente di una diminuzione delle vendite rispetto al passato probabilmente per questo aspetto tecnico unito ad un’estetica ormai superata.
La seconda famiglia è quella dei miscelatori a “trapano” mentre la terza e più diffusa è quella a “doppia impugnatura” che viene premiata dalle vendite per la capacità di alta prestazione unita ad una maggior comodità per l’operatore che lo utilizza. In questo caso la potenza può raggiungere fino agli 800/1000 W nei modelli minori e 1.500/1.800 W per i modelli dalle prestazioni superiori.
Riassumendo si può dire che i modelli più economici sono dotati di un’unica velocità meccanica e mandrino. Mentre i modelli di qualità superiore hanno la possibilità di essere regolati in modalità elettronica nel numero dei giri. Questa caratteristica li rende più versatili rispetto ai primi perché assicura la riduzione degli schizzi in fase di miscelazione.
In questo caso solitamente i miscelatori sono dotati di un “attacco diretto” che assicurano un accoppiamento macchina/utensile migliore.
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